Ma un particolare tirava in ballo direttamente il don Amos : «Mi sono stati rubati circa 650 euro in contanti, da sopra un comodino all’interno del mio alloggio in sagrestia (un piano sotto l’appartamento del sacerdote, ndr) - aveva dichiarato il sagrestano ai militari - E l’unico ad avere le chiavi per entrare, oltre al sottoscritto, è don Amos».
Una constatazione che ha il sapore del sospetto e che, nei giorni successivi, i racconti da bar hanno trasformato in un’accusa più o meno esplicita contro il parroco.
Il sacerdote, appena è venuto a conoscenza di quel che la gente mormorava, non ci ha pensato sopra due volte ed è andato di corsa in caserma per querelare la fonte di quelle accuse infamanti, ovvero il sacrestano .
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