lunedì 12 agosto 2013

"ETERNEIDE"- PER NON DIMENTICARE LE VITTIME SALENTINE DELL'ETERNIT SVIZZERO

eternit_(1)Come una vera e propria epopea. Misconosciuta, silenziosa, ma incredibilmente presente, ancora, nel vissuto di molti. Questa è stata l’Eternit, la fabbrica di amianto che, fino a meno di un ventennio fa, ha impiegato e fagocitato centinaia di operai del Salento. Racconta di loro, del riscatto cercato in un lavoro in Svizzera e dell’amaro ritorno in patria con malattie al seguito, L’ETERNEIDE, il primo documentario sugli ex  lavoratori pugliesi di Niederurnen.
Il documentario è stato  presentato in anteprima nazionale domenica 11 agosto, alle 21.30, a Castiglione d’Otranto, in occasione della terza edizione della Festa delle Migrazioni
L’Eterneide.  È un viaggio inedito e difficile, che fa la spola tra il Capo di Leuca e la Svizzera. È con occhio critico, lucido, ma con grande passione che Nuzzo e Rifuggio analizzano le condizioni in cui gli emigranti pugliesi sono stati costretti a lavorare, esponendosi alle polveri d’asbesto nelle fabbriche elvetiche, che hanno prodotto amianto sino al 1998 nella cittadina svizzera di Niederurnen.
Il film parte da queste esperienze di vita, ma poi scava, approfondisce, rielabora, attraverso l’aiuto di medici esperti, che tuttora collaborano con l’Associazione Emigranti esposti e Familiari salentini Vittime amianto Svizzera.
Perché il documentario. “Ignazio Gesuino Chiarello- raccontano i registi- è stato il primo morto dell’Eternit di Niederurnen tra Corsano e paesi limitrofi. Aveva 55 anni. Per due decenni ha lavorato in Eternit, di fronte alla macchina macina- sale. E’ lì che ha contratto il cancro. Qualcuno aveva anche provato a portare con sé una mascherina, sul posto di lavoro, per proteggersi dalle polveri. I vertici aziendali hanno imposto di non usarla, per non creare ‘allarmismo’. Ecco, abbiamo pensato alla loro fiducia tradita”.


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