venerdì 2 agosto 2013

CONTRATTI-TRUFFA AL TELEFONO .

«È lei la signora Rossi ?». «No, sono un’amica». Oppure: «No sono la sua badante, perché la sta cercando?». Negare anche il proprio nome e cognome per difendersi dalle truffe via telefono di società che, con una semplice chiamata, cercano di vendere prodotti e stipulare contratti.
Fino a qualche mese fa il consiglio era quello di rispondere con cortesia ma anche fermezza: chiarire di non essere interessati alle offerte che venivano proposte per telefono. Ma oggi il caso delle truffe telefoniche  è divenuto talmente grave che la semplice risolutezza potrebbe anche non bastare. Perché l’operatore che è dall’altro lato della cornetta può registrare la chiamata e utilizzare un semplice “sì” per far scattare un contratto.
Ed è così che persone anziane che non hanno nemmeno il computer si ritrovano invischiate in un’offerta per avere la connessione a Internet superveloce. Oppure famiglie scoprono nella cassetta della posta una lettera di ringraziamento per aver stipulato un accordo con un gestore del gas o della luce che non hanno mai sentito nominare.
Una volta superati i primi dieci giorni utili a rescindere un contratto, uscirne è una procedura lunga, snervante e costosa. La nuova tecnica che da  seguire è quindi quella di negare sempre a ogni domanda che viene posta per telefono, anche a riguardo della propria identità.
Ad esempio fingendo di non essere la persona a cui la società sta telefonando in modo da prendere tempo, capire con chi si ha a che fare, prima di continuare la conversazione. 

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