COMUNICATO STAMPA
Sui fatti di Lashkar-gah del 2010
Il Tribunale Ordinario di Milano, Prima Sezione Civile, con sentenza del 27 maggio 2013, ha condannato in primo grado, per diffamazione a mezzo stampa, commessa per le notizie false e offensive, non corrispondenti a verità e non sorrette da alcuna giustificazione, e pertanto gravemente lesive dell'onore, della reputazione, della dignità morale e professionale di Emergency e di Gino Strada:
Il Tribunale Ordinario di Milano, Prima Sezione Civile, con sentenza del 27 maggio 2013, ha condannato in primo grado, per diffamazione a mezzo stampa, commessa per le notizie false e offensive, non corrispondenti a verità e non sorrette da alcuna giustificazione, e pertanto gravemente lesive dell'onore, della reputazione, della dignità morale e professionale di Emergency e di Gino Strada:
- la Società Europea di Edizioni S.p.A., Vittorio Feltri e Fausto Biloslavo, in relazione all'articolo "Gli amici di Strada: confessione shock. Giallo in Afghanistan: i medici di Emergency avrebbero ammesso che preparavano agguati kamikaze", pubblicato su Il Giornale il 12 aprile 2010;
- la Società Europea di Edizioni S.p.A., Vittorio Feltri e Giancarlo Perna, in relazione all'articolo "Strada, il generale pacifista in guerra con l'occidente", pubblicato su Il Giornale il 13 aprile 2010;
- la Società Europea di Edizioni S.p.A., Vittorio Feltri e Giannantonio Micalessin, in relazione all'articolo "La banda sinistra dell'ingratitudine", pubblicato su Il Giornale il 20 aprile 2010;
disponendo la pubblicazione della sentenza, per estratto, su Il Giornale e su Il Corriere della Sera, a spese dei convenuti - la società editrice, il direttore e gli autori degli articoli -, e il pagamento delle spese processuali, previa compensazione per la metà, sempre a spese dei convenuti.
Per effetto di tale sentenza, immediatamente esecutiva, la Società Europea di Edizioni, Vittorio Feltri e Fausto Biloslavo dovranno complessivamente versare €63.000, oltre interessi, a Emergency. Allo stesso modo, la Società Europea di Edizioni, Vittorio Feltri, Giancarlo Perna e Giannantonio Micalessin dovranno complessivamente versare €46.000, oltre interessi, a Gino Strada, somma, quest'ultima, risultante dalla compensazione con il risarcimento del danno disposto, sempre dalla stessa sentenza, a favore della Società Europea di Edizioni S.p.A. per le espressioni ingiuriose utilizzate da Gino Strada in reazione agli articoli sopra citati.
I fatti oggetto della sentenza si riferiscono al fermo operato dai servizi segreti afgani, nell'aprile del 2010, in danno di Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani, a seguito del ritrovamento di una scatola contenente armi ed esplosivo nell'ospedale di Emergency a Lashkar-gah, al rientro nella struttura dopo l'evacuazione disposta per un allarme bomba. Per tali presunti fatti i tre operatori di Emergency sono stati completamente scagionati. Negli articoli sopra citati, il Tribunale di Milano ha rinvenuto il contenuto diffamatorio nell'essere stati i medesimi formulati per (a) indurre l'idea che i collaboratori di Emergency avessero confessato di essere terroristi-kamikaze, con coinvolgimento, complicità e responsabilità di Emergency, e (b) offrire un'immagine di Gino Strada come persona autore di violente, ripetute e sistematiche aggressioni fisiche, compiute con violenza e in maniera vile, nei confronti di avversari isolati, ai tempi del movimento studentesco.
Per effetto di tale sentenza, immediatamente esecutiva, la Società Europea di Edizioni, Vittorio Feltri e Fausto Biloslavo dovranno complessivamente versare €63.000, oltre interessi, a Emergency. Allo stesso modo, la Società Europea di Edizioni, Vittorio Feltri, Giancarlo Perna e Giannantonio Micalessin dovranno complessivamente versare €46.000, oltre interessi, a Gino Strada, somma, quest'ultima, risultante dalla compensazione con il risarcimento del danno disposto, sempre dalla stessa sentenza, a favore della Società Europea di Edizioni S.p.A. per le espressioni ingiuriose utilizzate da Gino Strada in reazione agli articoli sopra citati.
I fatti oggetto della sentenza si riferiscono al fermo operato dai servizi segreti afgani, nell'aprile del 2010, in danno di Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani, a seguito del ritrovamento di una scatola contenente armi ed esplosivo nell'ospedale di Emergency a Lashkar-gah, al rientro nella struttura dopo l'evacuazione disposta per un allarme bomba. Per tali presunti fatti i tre operatori di Emergency sono stati completamente scagionati. Negli articoli sopra citati, il Tribunale di Milano ha rinvenuto il contenuto diffamatorio nell'essere stati i medesimi formulati per (a) indurre l'idea che i collaboratori di Emergency avessero confessato di essere terroristi-kamikaze, con coinvolgimento, complicità e responsabilità di Emergency, e (b) offrire un'immagine di Gino Strada come persona autore di violente, ripetute e sistematiche aggressioni fisiche, compiute con violenza e in maniera vile, nei confronti di avversari isolati, ai tempi del movimento studentesco.
Fin qui la verità dei fatti, ristabilita con le parole della sentenza, alla quale ci pare doveroso aggiungere qualche breve considerazione.
Non ci siamo mai sottratti al confronto, anche aspro e acceso, sui temi e sui valori che ispirano il nostro agire. Capita talvolta, però, di essere oggetto di critiche violente e capziose, del tutto gratuite e intollerabili. Lo sono non tanto per noi, quanto per il rispetto che pretendiamo nei confronti di tutti coloro che sostengono il nostro lavoro, quotidianamente, da anni. Per queste ragioni - e solo per queste - chiediamo alla giustizia di restituire la verità ai fatti. Per queste ragioni - e solo per queste - decidiamo di agire per ottenere tutela solamente in sede civile, e non anche in sede penale, nei confronti di chi si rende responsabile del reato di diffamazione verso Emergency, il suo personale, i suoi sostenitori.
Non ci siamo mai sottratti al confronto, anche aspro e acceso, sui temi e sui valori che ispirano il nostro agire. Capita talvolta, però, di essere oggetto di critiche violente e capziose, del tutto gratuite e intollerabili. Lo sono non tanto per noi, quanto per il rispetto che pretendiamo nei confronti di tutti coloro che sostengono il nostro lavoro, quotidianamente, da anni. Per queste ragioni - e solo per queste - chiediamo alla giustizia di restituire la verità ai fatti. Per queste ragioni - e solo per queste - decidiamo di agire per ottenere tutela solamente in sede civile, e non anche in sede penale, nei confronti di chi si rende responsabile del reato di diffamazione verso Emergency, il suo personale, i suoi sostenitori.
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