Egregio Direttore,
chiedo venia, anche ai suoi lettori, se
entro nella già tanto dibattuta diatriba sulla revoca o sul mantenimento della
cittadinanza onoraria varesina a Benito Mussolini. Desidero esporre alcune
pacate considerazioni che esulano dalle motivazioni addotte dai sostenitori e
dai detrattori dell’ex Duce del fascismo.
Lascio quindi da parte frasi come: “c’è ben altro cui pensare” oppure “in
parte ha sbagliato, ma ha fatto anche tante cose buone”, ma nello stesso tempo ritengo
che è giusto ricordare, valutare e giudicare i fatti storici e le persone che
hanno fatto la Storia nel bene e nel male, anche per evitare che certi infausti
accadimenti possano ripetersi, senza impelagarsi in atti amministrativi pregressi
da avallare o da revocare.
Il fatto poi di accostare il nome del
dittatore Mussolini a quello dell’eroico cittadino Calogero Marrone mi sembra irriguardoso
per quest’ultimo, come se la concessione della cittadinanza onoraria si ponesse
in alternativa fra i due soggetti. Così ovviamente non è. Aver tenuto, per tanti anni, all’oscuro la
stragrande maggioranza dei Varesini sulle nobili azioni del concittadino Marrone,
(che in qualità di funzionario dell’anagrafe di Varese si adoperò per aiutare
tante persone a scampare all’invio nei campi di sterminio nazisti) è stata colpa di chi sapeva e non ha fatto
nulla per pubblicizzare prima la notizia. Diversamente gli onori che gli si
conferiscono oggi gli sarebbero stati tributati almeno mezzo secolo fa.
A mio modesto parere la questione non
doveva proprio sorgere perché la cittadinanza onoraria è una onorificenza che
gli Amministratori di un Comune decidono di concedere ad una persona per
determinate benemerenze. Se successivamente
quella persona si dimostra indegna, dovrebbe essere quello stesso consesso, o
al massimo quello successivo, a revocare l’onorificenza e non un Consiglio di
quasi un secolo dopo. Altrimenti si
aprirebbe una sequela senza fine di personaggi che nel corso dei secoli sono
stati insigniti di altissime onorificenze e poi la Storia ce li ha tramandati
come emeriti gaglioffi, compresi Re, Principi e persino certi Papi.
Perché invece nessuno si scandalizza delle
tante e spesso anche alte onorificenze ufficiali concesse a persone, tuttora
viventi, che poi si sono dimostrate indegne di tali distintivi riconoscimenti??
Così vediamo politici, parlamentari,
alti dirigenti pubblici e privati, capitani d’industria e dell’alta finanza che,
sebbene indagati o persino condannati, continuano a fregiarsi di quei titoli
onorifici. Cosa ancora più scandalosa è che sovente sono ancora in vita anche
coloro che tali onorificenze hanno proposto e/o concesso, siano essi dello
Stato Italiano o del Vaticano, e non provvedono tempestivamente a revocarle.
Morale:
Mussolini con la sua cittadinanza onoraria non può più danneggiare nessuno,
mentre i succitati personaggi con le loro (immeritate) pompose onorificenze continuano
a farsi credere persone degne di considerazione e rispetto.
Martino
Pirone
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