Egregio Direttore,
per esprimere un breve commento su quanto è accaduto per eleggere il
nuovo Presidente della Repubblica mi sovviene un antico proverbio napoletano: storta va,
deritta vene, sempe storta nun po’ ghlì…, (sempre storta non può
andare) pensiero benagurale ripreso negli anni ‘50 nella omonima canzone di
Aurelio Fierro.
Gli errori commessi da Bersani e
i “tradimenti” (?) commessi dai franchi tiratori hanno fatto sì che non venisse
eletto uno dei personaggi che abbiamo già sperimentato in passato. Anche se uno dei due principali soggetti
proposti una volta eletto non avrebbe potuto creare grossi danni, non essendo
l’Italia una Repubblica presidenziale.
Franco Marini grazie alla notorietà
acquisita in tanti anni di alta dirigenza sindacale (Segretario Generale della
CISL) raggiunse le ambite poltrone della politica: Segretario del Partito
Popolare Italiano, Senatore e Presidente del Senato, Ministro del Lavoro e
della Previdenza Sociale. Non mi risulta
che dalle citate posizioni egli si sia impegnato particolarmente a favore delle
classi meno abbienti o per abolire i vergognosi privilegi dei parlamentari
nazionali e regionali, nonché di tanti alti Dirigenti statali e dei vari Enti
pubblici.
Per non parlare del secondo
papabile, Romano Prodi che, sebbene abbia occupato posizioni di altissimo
prestigio: Presidente dell’IRI, Presidente della Commissione Europea, Ministro
dell’Industria, due volte Presidente del Consiglio, Presidente del Partito Democratico,
anche lui non si è particolarmente distinto in tema di equità e di giustizia sociale.
Ora dobbiamo sperare che in previsione di future prossime elezioni si formi
al più presto il nuovo Governo e che questi si prodighi insieme al Parlamento per portare a compimento le
modifiche più urgenti a tante leggi antidemocratiche e antipopolari, che gli
Italiani attendono da anni, che tutti i politici
hanno sempre promesso ma sempre rimandato: nuova legge elettorale, riduzione
dei parlamentari e dei loro privilegi, abolizione del finanziamento ai partiti
politici, abolizione delle province, abolizione dei plurincarichi per tutti i
politici, dirigenti e amministratori pubblici, ed infine prevedere un notevole
risparmio per lo Stato e le Aziende pubbliche e private fissando un moltiplicatore
(massimo 12 – 15 x) tra lo stipendio
minimo di un dipendente e quello massimo del più alto Dirigente.
Queste sono le cose che gli Italiani si aspettano con urgenza dal
prossimo Governo.
Martino
Pirone
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