sabato 20 aprile 2013

REGIONE VENETO ( Lega-Pdl ) :" Istigazione al suicidio " per i malati di SLA !

Maria Grazia Morgese   Moglie di Andrea Zambon, paziente con Sla, minaccia di denunciare la giunta veneta di " istigazione al suicidio " in quanto dal primo gennaio sono stati tagliati i contributi per gli ammalati di SLA .



Pubblichiamo la lettera .

VENEZIA - In questi giorni, si parla molto della Politica italiana che deve accelerare i suoi tempi. Mi chiedo se la Politica regionale veneta abbia sentito questo appello. Ho la netta sensazione che, senza andare a Roma, le Istituzioni locali siano ferme “con le quattro frecce” come dice qualcuno. Siamo ormai a maggio e del bilancio regionale e dei relativi decreti attuativi nulla si sa. Mio marito Andrea di 45 anni, affetto da SLA   ad altissima intensità assistenziale, da 14 allettato ed intubato, attende che qualcuno si accorga del dramma che noi tutti in famiglia stiamo vivendo.

Invece per Voi assessori e direttori al sociale della nostra Regione è tamquam non esset (come se non fosse!!) Da gennaio ogni contributo è svanito, in attesa che la politica regionale, quella che dovrebbe essere più attenta alle esigenze dei suoi cittadini più deboli, si decida a svegliarsi ed a distribuire i famigerati fondi per la Sla. Cosa già fatta da altre regioni in maniera completa e da noi ancora lungi dall’essere partorita. Abbiamo dovuto licenziare le assistenti che non potevamo più pagare, addirittura la signora che garantiva il servizio notturno, indispensabile per la mia sanità fisica e mentale, sta fornendo le sue prestazioni gratuitamente per un senso di umanità e solidarietà nei nostri confronti, nella speranza che un domani la si possa pagare.


Con tre figli di giovanissima età, dove l’unico sostegno è quello della pensione di mio marito, chiedo, ai nostri sensibili politici regionali, che si rendano conto del baratro in cui ci stanno facendo sprofondare. È troppo facile nascondersi dietro a tagli e mancati trasferimenti, quando vengono elargite centinaia di migliaia di euro per qualche festa rionale. Con la presente, vista la impossibilità di ottenere il diritto a vivere degnamente, chiedo ai responsabili regionali, di concedere un contributo, che a questo punto è una tantum, per permetterci di andare in un altro Stato a far staccare la spina ad Andrea.

La nostra pazienza è finita, cari signori, qualora non trovassi, nei prossimi giorni, più nessuno che ci garantisca i fondi per l’assistenza almeno notturna, mi impegno a denunciare tutti voi per istigazione al suicidio. Il fatto che Andrea conservi ad oggi la stessa voglia di vivere di 14 anni fa, nonostante l’atroce malattia, è latore del suo inalienabile diritto ad avere un vissuto di qualità, che solo Voi, uomini della “Stanza dei Bottoni” siete in grado di assicurargli. Per questo il primo tra Voi che si azzarderà a dire che bisogna creare una rete per aiutare le persone in difficoltà che vogliono suicidarsi, gli offro gratuitamente una giornata, notte compresa, a fianco di mio marito, per capire il vero senso della vita e di quale vita stiamo parlando, perché, in verità, l’autentica sventura, la suprema afflizione è individuale e mai generale… 

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