venerdì 4 gennaio 2013

VARESE .SCIOPERO DELLA FAME DAVANTI ALLA PREFETTURA .


Liviu Costel Fasan, 45 anni, moglie casalinga e figlio ventiseienne disabile a Carmagnola, nei pressi di Torino e Dumitrel Pasare
Pasare e Fasan hanno iniziato uno sciopero della fame
40 anni, con due figli di 17 e 4 anni e una moglie casalinga di quel di Roccafranca di Brescia hanno scelto di iniziare uno sciopero della fame partendo da un luogo simbolo come l’entrata di Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese già teatro del lungo sit in di Alexandra Bacchetta nei mesi scorsi. La protesta forte ma, assolutamente pacifica, è nata per fare sentire all’opinione pubblica e Istituzioni la loro voce e ricevere i pagamenti degli stipendi arretrati dall’ azienda Maggi Trasporti di Clivio per cui lavorano oltre che denunciare alcune irregolarità nel trattamento di lavoro nonchè chiedere l’applicazione del contratto nazionale degli autotrasportatori.
Entrambi rumeni ma da diversi anni nel nostro Paese, Fasan, che è anche rappresentante Rsa aziendale presso la Maggi, assunto dal 2008 a tempo indeterminato mentre Pasare lavora per l’azienda varesina dallo scorso marzo e con un contratto in scadenza fra due mesi denunciano una situazione insostenibile con mancanza di pagamenti, orari e giornate di lavoro non rispettate oltre ad una serie di altre situazioni poco legali già denunciate all’Ispettorato del Lavoro e forze dell’ordine.
“Non ricevo lo stipendio da novembre e nemmeno la tredicesima e quattordicesima mensilità -denuncia Fasan – oltre agli arretrati di marzo e aprile dello scorso anno, solo fra aprile e novembre il pagamento è stato regolare anche se l’azienda tende a pagare solo sei ore rispetto alle tredici o quattordici giornaliere che lavoriamo non dandoci aumenti né riconoscendoci festività”.
Una situazione davvero difficile già denunciata nel 2009 per il mancato rispetto della legge “noi siamo gente onesta che vuole solo lavorare e avere quanto ci spetta per questo siamo arrivati a questa azione e resteremo qui – ribadisce Fasan – finchè la vicenda non si sbloccherà, ci sono almeno altri quindici colleghi che vivono una situazione come la nostra e molti ci sono vicino e ci hanno già telefonato”.
Da Varese7 press 

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