Trenta presenti , quasi tutti giovani. Per gli aspiranti cicerone la prima sorpresa si materializza con la distribuzione del test, fatto di sole domande a crocetta. Un po’ frustrante per chi ha studiato e dovrà fare dell’argomentare raccontato il proprio mestiere, ma così ha voluto la commissione presieduta dal dirigente Gianni Petterlini e composta da figure di spicco nel panorama culturale cittadino tra cui il presidente degli Amici di Palazzo Te, Italo Scaietta, l’ex presidente di Italia Nostra, Giuse Pastore, e Paola Sabbadini, professoressa all’indirizzo turistico del Bonomi.
Crocette a parte, l’imbarazzo dei candidati cresce con lo scorrere delle domande. Un refuso nella prima, un errorino nella terza e via con sbagli assortiti fino in fondo. Così Castellaro Lagusello diventa Castellano, i requisiti per godere del marchio del Grana Padano cambiano, palazzo Ippoliti da settecentesco diventa seicentesco, l’artista Giuseppe Spadini diventa Armando.
E ce n’è pure per palazzo Ducale, perché l’Appartamento Verde diventa quello dell’Imperatrice. Dai banchi i ragazzi si accorgono che qualcosa non va. Che fare? Mentre i ragazzi ci pensano su arrivano le pagelle: 28 bocciati e due promossi. Le risate si trasformano in fastidio e una manciata di aspiranti guide chiede di annullare la prova, di vedere i test corretti e di sbirciare pure quelli degli ammessi all’orale (quest’ultima autorizzazione tarda ad arrivare). Dopo un paio di settimane la Provincia risponde con una lettera di Petterlini: «La commissione ha deliberato di assumere ogni decisione definitiva nel merito allorquando siano trascorsi i sessanta giorni dalla chiusura del procedimento». Qui serve un avvocato, perché scaduti i due mesi la gara non sarà più annullabile se non con un laborioso ricorso al presidente della Repubblica e allora nei ragazzi si fa strada il sospetto che il burocratese serva a far calare il sipario sugli scivoloni.
Maledetta burocrazia
Da La gazzetta di Mantova
Da La gazzetta di Mantova
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