domenica 13 gennaio 2013

EMILIA :LA MAFIA NELLA RICOSTRUZIONE !




Il prefetto di Modena - come riporta l’edizione on-line de L’Espresso - ha negato alla Fratelli Baraldi Spa l'ingresso nella white list di aziende che prenderanno parte alla rinascita delle zone terremotate, un business che in questa stagione povera di appalti fa molta gola alla criminalità.
La ditta è un nome storico dell'imprenditoria locale, iscritta all'associazione costruttori di Confindustria. Ed è da tempo al centro dei sospetti, con un braccio di ferro legale che testimonia tutti i limiti della legislazione preventiva antimafia.
La Fratelli Baraldi già nell'agosto 2011 era stata interdetta dalle gare pubbliche, proprio per i possibili condizionamenti dei clan. E ora il prefetto dopo avere consultato la Direzione investigativa antimafia di Bologna (attivata da neanche un anno e già decisiva in numerose attività) ha deciso di tenerla fuori dalla ricostruzione. Nel dossier degli inquirenti ci sarebbero conferme al primo provvedimento e nuove informazioni, tutte di segno negativo, che vengono dalla Liguria.
Nel mirino ci sono le figure professionali comuni alla ditta modenese e alla Eco.Ge dei fratelli Mamone, attivi sia in Liguria che in Emilia. L'impresa dei Mamone già due anni fa è stata colpita da un'interdittiva, tecnicamente chiamata “atipica”: una sorta di ammonizione delle istituzioni, che precede il cartellino rosso. I problemi per Eco.Ge. derivano da una serie di inchieste giudiziarie: uno dei fondatori, Gino Mamone, è stato condannato in primo grado a tre anni per corruzione. E da frequentazioni poco limpide con uomini delle ’ndrine liguri. A legare le storie di Eco.Ge. e Baraldi sarebbe di una figura professionale segnalata come anomala dagli investigatori.

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