Sito archeologico di Sibari coperto da acqua e fango!
E' uno scenario apocalittico quello che appare in ogni angolo del parco archeologico di Sibari, sommerso dal fango e dall'acqua del fiume Crati dopo l'esondazione causata dalla pioggia. E così sembra di essere tornati al 510 a.C., quando i crotoniani decisero di deviare il corso del fiume che distrusse completamente l'opulenta polis magnogreca di Sybaris. Lo scorso 18 gennaio, dopo due millenni e mezzo, il Crati è esondato di nuovo, questa volta non per motivi bellici,ma per l'incuria dell'uomo , e ha allagato completamente il parco archeologico di Sibari, mettendo in serio pericolo un patrimonio di inestimabile valore storico-culturale. I danni, che è ancora troppo presto per calcolare, appaiono ingentissimi.
L'esondazione ha coperto d'acqua totalmente il sito, dove le campagne di scavi che si sono succedute nel corso degli anni hanno portato alla luce reperti riferibili alle tre città sorte in quei luoghi. Sybaris, antica polis magno greca, realizzata nel 720 a.C. e distrutta nel 510 a.C. dai crotoniani; Thurii, fondata nel 443 a.C. dai sibariti che, dopo la distruzione di Sybaris, non si erano dispersi, e infine, nel 194 a.C., sullo stesso sito dove erano state edificate Sybaris e Thurii, la città romana di Copia. I primi danni provocati dall'esondazione del Crati sono già visibili. Alcune creste di mura sono state spazzate via.
Oggi la situazione è migliorata, ma resta il problema dello strato del fango : si dovrà evitare che il fango si asciughi bruscamente e diventi crosta ingestibile, difficile da togliere .( Ansa )
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