sabato 3 novembre 2012

3 settembre 1957 muore Giuseppe Di Vittorio .


Giuseppe Di Vittorio nasce a Cerignola il 13 agosto del 1892 [in realtà la data è l'11 agosto, dichiarata all'anagrafe di Cerignola il 13 agosto, ndr] . Il padre Michele è un lavoratore dei campi e tutta la famiglia è costituita da braccianti agricoli. La madre si chiama Rosa Errico.

Nel 1902 il padre muore in seguito a malattia contratta nel suo lavoro di curatolo, e lui è costretto ad abbandonare la scuola elementare per essere avviato al lavoro nei campi.
Muore il 3 novembre del 1957 a Lecco, dopo un incontro con i delegati sindacali.
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Era il libro che da tanto tempo cercava, lesse sulla copertina di esso la nuova parola: vocabolario. Chiese al venditore il prezzo di quel prezioso strumento di cultura. E Di Vittorio lo ricorda ancora quel prezzo: lire 3,75.
Fu un grave colpo per lui: non aveva in tasca che una lira e settantacinque centesimi, e con estrema amarezza confidò la cosa al libraio.
«Datemi almeno due lire e cinquanta» disse questi. Ma Di Vittorio non possedeva neppure un soldo di più. E già se ne stava andando amareggiato quando il libraio lo richiamò:
«Nemmeno due lire volete darmi?».
«Se volete vi do la giacca, ma in tasca ho soltanto una lira e settantacinque».
Alla fine il libraio accettò quel prezzo e consegnò a Di Vittorio il vocabolario. Forse anche lui aveva bisogno di quel denaro subito, per sfamare le sua famiglia. Quella notte Giuseppe Di Vittorio non dormì: sfogliava e sfogliava il prezioso volume e ogni pagina era una ricca miniera di conoscenze.
Il giorno seguente si munì di un notes e cominciò a segnarvi tutte le parole sconosciute, udite negli incontri casuali, in treno, lette in un giornale o in un libro, per apprenderne poi la sera il significato consultando il vocabolario.
«Ricordo ancora alcune di quelle parole — racconta Di Vittorio — come ad esempio idraulica, bigamia. Quando tornavo a casa ne apprendevo il significato sul vocabolario e lo trascrivevo con parole mie sul notes. Questo metodo mi aiutava molto. Con un metodo di poco diverso, molti anni dopo ho imparato il francese».



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