Ho letto con attenzione gli articoli riguardanti la infelice vicenda del cantiere Yamamay , dalla denuncia fotostatica fatta da un attento cittadino, alle dichiarazioni del sindaco .
La vicenda di Busto Arsizio avviene mentre le agenzie di stampa battono la notizia riguardante un lavoratore marocccchino abbandonato ai margini di una strada del comune di Talamona ( SO ) con entrambe le braccia fratturate , probabilmente dopo essere caduto da una impalcatura di un cantiere ove lavorava non in regola .
Poco tempo fa nell’alveo di un torrente che scorre in un comune in provincia di Genova è stato trovato il cadavere di un giovane extracomunitario che ,dopo indagini da parte dei carabinieri, è risultato essere impiegato in un cantiere situato a parecchi chilometri di distanza . L’autopsia ha evidenziato fratture compatibili con caduta da diversi metri di altezza .
Questo per ricollegarmi alle dichiarazioni del responsabile della Direzione Provinciale del Lavoro ( DPL )che, giustamente fa notare i pesanti effetti della crisi sulla sicurezza nel mondo del lavoro, in particolare nell’edilizia . Effetti che si ripercuotono non solo sulla sicurezza sul lavoro, ma anche sugli atteggiamenti tenuti dopo gli incidenti sul lavoro .
In merito alla situazione specifica , mi ha colpito il fatto che una impresa possa lavorare in “ mancanza di certificazione dell’idoneità tecnico-professionale “ : in sostanza questa impresa non poteva lavorare .
Se poi aggiungiamo carenze nel piano di sicurezza ….
Ovviamente esistono delle figure che devono fare e vigilare .
Per quanto riguarda :
1) Verificare la correttezza della documentazione ( tecnico professionale , Piano operativo della sicurezza di ogni singola impresa …
2) Stilare coerentemente un Piano di Sicurezza di Coordinamento tra le imprese
3) Verificarne la corretta attuazione ,
questa figura è il coordinatore per la sicurezza nominato dal committente .
Attenzione però, stante alle prime foto in cui apparivano i lavoratori senza casco in presenza di carichi sospesi . e senza affrancatura alle linee vita , va precisato che è compito del titolare dell’impresa fornire i mezzi di protezione personale, istruire il personale per l’uso e verificarne il corretto utilizzo .
In sua assenza il compito passa al capocantiere o al caposquadra .
Il lavoratore che è stato informato, formato e dotato dei mezzi di protezione deve utilizzarli correttamente .
Tutte queste figure, compresi i lavoratori ,sono sanzionabili , ai sensi del d.lgs. 81/08 .
La committenza ?
La committenza ha il dovere di scegliere ,incaricare ,professionisti, imprese all’altezza della situazione , ma gli strumenti che garantiscano ciò sono molto limitati ,per cui viene trovarsi in situazioni inaspettate ,pur pagando il dovuto .
Per arrivare al sindaco, posso dire che le sue dichiarazioni mi hanno molto colpito .
Infatti da una parte l’ ing Bellumore della D.P.L chiedeva , stante la carenza di personale ispettivo , la collaborazione dei cittadini per segnalare situazioni a rischio, dall’altra il sindaco era disponibile “ a rientrare immediatamente ….a Busto ….nel caso fosse bloccato il cantiere “.
Personalmente mi sarei aspettato che aiutasse ,eventualmente , non a sbloccare il fermo cantiere ( non vedo come ) , ma a controllare tutti i cantieri ove esistano palesi violazioni alle norme di sicurezza .
Si tratta della vita di esseri umani .
Vorrei rammentare che anni fa l’ASL di Varese, assieme alla DPL , organizzò un corso sulla sicurezza nei cantieri proprio per i vigili urbani della provincia di Varese ,onde agevolarli nella individuazione delle inadempienze in posti di lavoro che pagano il maggior tributo annuale di vittime .
Inoltre la legge impone a chiunque venga a conoscenza di un reato di segnalarlo alle autorità competenti .
Ed il lettore della Prealpina non ha avuto bisogno di frequentare corsi per capire il pericolo incombente sui lavoratori del Palayamamay !.
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