venerdì 6 luglio 2012

CAMPAGNA CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE : IL CASO FEDERICA PUMA !

Sit in al Tribunale dei minori     
                                                                        Anna( nome di fantasia ) è nata 7 anni fa dall’unione di Federica con un pediatra romano, all’epoca 46 enne. Una vita apparentemente normale la loro. Un’unione che dopo poco tempo comincia a vacillare. Anna aveva solo 23 giorni quando l’uomo decide di cacciare via di casa, sia lei, sia la sua mamma. Da quel giorno inizia l’incubo per Federica, 33 enne di Milano, alla quale non resta altro che tornare dai genitori, ben contenti di supportarla e di ospitarla in casa. Quegli stessi genitori che oggi la sostenevano in Tribunale e che chiedono a gran voce di poter riabbracciare la loro nipotina.



LA BAMBINA VUOLE TORNARE A CASA - Da 4 mesi Anna vive in una casa famiglia, piange e si dispera perché vuole tornare a casa, con la sua mamma, con i suoi nonni, dai suoi affetti e dai suoi giochi. Per tutta la giornata, davanti al tribunale, una registrazione manda in onda l’ultima telefonata shock  tra Anna e Federica. Parole che feriscono, pianti che commuovono.

Ma perché Anna non può stare con sua madre? Perché possono incontrarsi solo una volta a settimana e sotto la stretta sorveglianza degli assistenti sociali? Il padre di Anna ha deciso tutto ciò. Ha deciso che sua figlia non deve crescere con la madre, ma deve essere messa in una casa famiglia fino a quando non sarà adottata.

IL PADRE - Romano, 53 enne, pediatra, lavora in vari ospedali della capitale continuando tutt’oggi ad esercitare la sua professione, nonostante esista una perizia medica che gli attribuisce “disturbo di personalità di stampo narcisistico, dovuto a vuoto empatico ed affettivo, da curare in strutture cliniche idonee”.

Alcune persone che lo conoscono hanno detto a Paese Sera che il pediatra lavorava prima presso l’ospedale San Camillo di Roma e poi anche presso il Policlinico Umberto I. Ospedali dai quali è stato licenziato, pare, per aver più volte mostrato la sua personalità instabile, tendente al violento. “Esistono documenti, certificazioni e prove che attestano la sua instabilità mentale” dichiara Federica Puma e continuando, con gli occhi lucidi dichiara: “Voglio solo che il giudice liberi mia figlia”.

Il SIT-IN - Sono circa 200 le mamme, nonne e volontarie che si sono riunite stamane dinanzi all’ingresso del Tribunale dei Minorenni, in via dei Bresciani, coordinate e guidate dall’Associazione Donne per la Sicurezza Onlus. Alla presenza delle forze dell’ordine, ognuna di queste donne porta il suo contributo con striscioni, testimonianze e cori per supportare Federica. Lottano per quella che loro stesse chiamano una “giustizia senz’anima”. Barbara Cerusico e Roberta Sibaud, presidente e vice presidente dell’associazione, indossano, insieme alle altre attiviste, un velo nero. “Oggi siamo in lutto” dichiarano a gran voce, sperando di risorgere con la sentenza del giudice. Restano davanti al Tribunale per molte ore, dalle 9 del mattino fino quasi alle 17.

LA TESTIMONIANZA, “CALVARIO DENTRO UNA CASA FAMIGLIA” - Colpisce il racconto di Antonella Flati, presidente dell’Associazione Pronto Soccorso famiglie. Rinchiusa per ben 18 anni in una casa famiglia. “I primi 11 anni sono stati un inferno, tra botte, punizioni e soprusi da parte degli operatori sociali”. Poi sono cominciate le adozioni. Per 6 volte sono stata affidata a 6 famiglie diverse. Nessuna di queste era quella giusta. Il sistema non funziona. La scorsa settimana, l’associazione di Antonella ha già denunciato una casa famiglia per le manchevolezze e le situazioni di pericolo psico-fisico in cui versano i bambini ospitati. Altre 7 denunce sono pronte a partire. “I nostri figli sono lì dentro. I vostri, caro giudice, dove sono?” , termina agguerrita.

IL LEGALE DI FEDERICA -  Arriva intorno alle 13.00 l’avvocato Giuseppe Lipera e dichiara: “Qui sono state violate, non solo le leggi di diritto positivo ma anche il diritto naturale.  Il diritto che una  bambina ha, di crescere con la propria mamma”.

( da Paese sera )

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