venerdì 2 marzo 2012

STRAGE VIAREGGIO-PUBBLICHIAMO L'APPELLO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME


Illustrissimo Presidente del Consiglio,
mi chiamo Daniela Rombi e sono la presidente dell’associazione onlus “Il Mondo Che Vorrei”, che riunisce i familiari delle vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009.

Quel treno, quella notte, ha portato via 32 persone innocenti, che riposavano nella sicurezza delle loro case, ha distrutto un intero quartiere ed ha lasciato segni sconvolgenti sul corpo di molte persone, per sempre.
Per tutti noi la ricerca della verità, la necessità di avere giustizia e l’obiettivo che non accada mai più, sono diventati il respiro dei nostri giorni, uno dopo l’altro.

Il 29 giugno 2011, in occasione del secondo anniversario della nostra tragedia, abbiamo costituito il “Comitato dei Comitati”, una rete che riunisce molte delle troppe tragedie di questa Italia:: dalla Tyssen a L’Aquila, dal Vayont a San Giuliano di Puglia, da Casalecchio di Reno a Livorno della Moby Prince, ecc.
Perché questo Comitato dei Comitati? Per non essere soli di fronte alla tragedia, per unire le nostre forze e il nostro bisogno di verità e giustizia, perché la nostra voce sia più forte ed arrivi fino a Voi per dirVi “Fate qualcosa, non deve accadere mai più!”
Ma quante volte, signor Presidente, anche tutti Voi avete detto “non deve accadere mai più”? E poi? E poi niente, dopo qualche tempo ecco che accade un’altra strage annunciata.
Tutto questo per dirLe che almeno Lei, al quale qualcuno a cui è veramente accaduta “la fine del mondo”, lo avverte, lo informa, le spiega, almeno Lei Presidente Monti, faccia veramente qualcosa di tangibile per non peggiorare ancora di più la sicurezza in ferrovia, che non sia una mera lista dei costi, una bieca valutazione di quanto può valere una vita umana.
Mi riferisco precisamente al parere contrario fornito dalla Sua Presidenza all’emendamento all’articolo 53, comma 3, proposto dal Ministro Passera.
Quando noi familiari e tutta Viareggio, leggemmo sul quotidiano “Il Tirreno” del 16 febbraio u.s., quanto scritto dal Ministro Passera alla Senatrice Granaiola, eravamo felici; il Ministro dei Trasporti, dei trasporti dei cittadini italiani affermava: “ Naturalmente occorrerà promuovere, e di questo l’Italia se ne farà carico nelle debite sedi, un’attività di studio a livello internazionale atta a valutare quali componenti infrastrutturali possano costituire potenziali fonti di rischio in caso di impatto con il materiale rotabile che abbia sviato dalla sua sede naturale. Ciò al fine di rimuovere il più possibile eventuali elementi di pericolosità”
Queste sono parole importanti, che moltissimo abbiamo apprezzato e condiviso.
Poi, il giorno dopo, ecco la risposta della Sua Presidenza in merito all’emendamento “….si ritiene che l’intervento normativo proposto non riveste attualità in quanto, gli “obiettivi comuni di sicurezza” non sono ancora stati definiti”
Ma che risposta è questa? Si sbriga in tre righe la sicurezza in ferrovia in tema di liberalizzazioni? Se è vero che i CTS non sono ancora stati definiti, perché questo comma?
L’art. 53, comma 3, in relazione alle eventuali modifiche da attuare in materia di sicurezza, recita: “devono essere accompagnate (le modifiche) da una stima dei sovraccosti necessari per garantire i livelli superiori a quelli minimi definiti dai CST e da un’analisi di sostenibilità economica e finanziaria per il gestore dell’infrastruttura e le imprese ferroviarie, corredata da stime ragionevoli anche in termini di relativi tempi di attuazione. La loro efficacia è subordinata all’individuazione delle risorse pubbliche necessari per coprire tali sovraccosti”
QUESTO CONCETTO E’ STRAVOLGENTE!!!
Significa semplicemente che se non ci sono soldi pubblici è permesso non attuare interventi migliorativi della sicurezza, quindi le persone normali possono continuare a morire.
E’ QUESTO CHE VOLETE?
Perché è questo che chiedono le imprese con questo articolo, solo ed esclusivamente il loro massimo profitto, niente altro.
Che significato hanno la Commissione per le Investigazioni Ferroviarie del Ministero  e l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza in Ferrovia?  Potete chiuderle, non hanno motivo di esistere, non serve a niente il loro lavoro, è tutto tempo perso e soldi pubblici sprecati?!
E a proposito di ANSF: certamente avrà letto anche Lei sulla conferenza stampa che il Direttore dell’Agenzia ha rilasciato il 23 febbraio u. s.: l’ingegner Chiovelli esprime forti criticità nella manutenzione dei rotabili e dell’infrastruttura (Viareggio ne è un esempio lampante) e nel trasporto di merci pericolose; gli incidenti “gravi” nel 2011 sono stati 117, superando il valore della media tra il 2005-2011. Ed ancora, vediamo come in un grafico viene mostrato come in sei anni presi in esame (2005-2011) non sia possibile apprezzare un avvicinamento dei valori di incidentalità totale allo “zero”; accadono veramente ancora troppi incidenti, nel 2011 ancora 74 morti e 36 feriti gravi, non si può andare avanti così!
Egregio Presidente Monti, crediamo sia opportuno che riveda urgentemente la Sua decisione di non accogliere l’emendamento all’art. 53 proposto dal Ministro Passera; crediamo opportuno che venga  mantenuto e votato senza esitazioni; non vorremmo pensare che questo Governo, da Lei presieduto, voglia essere complice consapevole di altri incidenti che, vista la situazione fotografata da ANSF, accadranno ancora.
Noi familiari di innocenti vittime vorremmo un Governo che protegge e riconosce l’immenso e unico valore che ha una vita umana e non accolga le solite richieste delle imprese, richieste indirizzate solo al massimo profitto.
Mia figlia si chiama Emanuela, aveva 21 anni, è morta bruciata dopo 42 giorni di agonia.
Potrei raccontarle di altre 31 vite umane che non ci sono più, bambini, donne, giovani, ma non voglio angosciarla.
Auguro buon lavoro a Lei e a tutti i suoi collaboratori e si ricordi, noi attendiamo una Sua risposta positiva in merito, al più presto.
Grazie per l’attenzione che ha voluto concederci, porgo cordiali saluti da parte di tutta l’associazione.

         La Presidente
         Daniela Rombi

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