giovedì 8 marzo 2012

ROSSELLA NON E' LIBERA: 8 MARZO DI LUTTO E DI LOTTA

Il deserto e i suoi predoni non hanno ancora restituito Rossella Urru e, mentre si rincorrono voci e smentite sulla sua imminente liberazione, l'unica certezza è l'angoscia della famiglia della giovane cooperante italiana rapita nel sud dell'Algeria in ottobre e scomparsa tra le dune del Sahara. Dopo l'annuncio, sabato scorso, da parte delle due testate mauritane Sahara Media e Ani, 



del rilascio della giovane e del gendarme mauritano Ely Ould MOctar, oggi dalle stesse fonti è arrivata la doccia fredda. Ieri, secondo il sito in arabo di Sahara Media, la madre del gendarme avrebbe ricevuto una telefonata nella quale si confermava che l'agente si trova ancora nelle mani dei sequestratori in un'area imprecisata del Maghreb. Il 'Movimento Unicita' e Jihad nell'Africa dell'Ovest', una costola di al Qaida per il Maghreb islamico, avrebbe poi diffuso un comunicato in cui esprimerebbe "rammarico" per la diffusione della notizia della sua avvenuta liberazione, e inviterebbe i mauritani a fare pressioni "sul regime del presidente Aziz" per salvare la vita del gendarme "prima che sia troppo tardi". "Noi possiamo solo aspettare e sperare", spiega da parte sua il sindaco di Samugheo, paese natale di Rossella, Antonello Demelas, che cerca di confortare il papà Graziano e la mamma Marisa .

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