Dunque, quando sembrava che l'operazione fosse «a un passo dal lieto fine», ecco perché sabato mattina c'è stato il tam tam di indiscrezioni, il tragitto dell'ex ostaggio verso Dakar si è interrotto. Dalla Farnesina questa strettoia improvvisa non è confermata, ma neanche smentita: l'Unità di crisi - fanno sapere dal palazzo vicino allo Stadio Olimpico - per prassi «parla solo quando le notizie saranno certe e, al momento opportuno, lo farà attraverso comunicati ufficiali». In queste stanze, non inseguono le voci e neanche «le troppe ricostruzioni fantasiose». Il loro primo comandamento continua a essere «non dobbiamo alimentare illusioni», subito dopo c'è quest'altro: «Le notizie, quelle vere, per adesso sono riservate e comunicate solo alle famiglie degli italiani sequestrati».
Eppure, la sensazione è che fra parole di circostanza e frasi ermetiche, alla Farnesina serpeggi un «cauto ottimismo» sull'ultima fase della liberazione di Rossella. È davvero questione di ore, ci sarebbero da risolvere le incomprensioni con l'intermediario e poi i Servizi segreti potranno organizzare il viaggio finale per Dakar: dall'aeroporto della capitale del Senegal, partirà l'aereo per Roma (di linea o militare?) con a bordo Rossella. Ma qualcuno, molto sospettoso, ha messo in circolazione un dubbio: «Il rientro è stato ritardato per gestire meglio quell'eccezionale evento mediatico che è una liberazione attesa da quattro mesi». È un'ipotesi dura da mandare giù, l'importante è che nel frattempo, a Samugheo, sappiano la verità in tempo reale. Ha ragione la Farnesina: prima i parenti, poi tutti gli altri.
SPERIAMO
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