venerdì 9 marzo 2012

PRETE GENOVESE VIOLENTAVA SEMINARISTI :


La punta dell’iceberg è una gestione scellerata della cassa del Calasanzio, prosciugata da spese pazze quando era lui ad amministrarla, e la misteriosa sparizione di alcuni quadri della scuola Rubens dalla cassaforte dell’istituto. Fatti su cui adesso indaga la Procura, che ipotizza il reato di appropriazione indebita. Dietro a quegli ammanchi, però, c’era molto di più. Forse lo scandalo sessuale più delicato per la chiesa genovese dopo quello di don Riccardo Seppia, noto ai padri Scolopi da almeno dieci anni, ma coperto fino ad oggi da una lunga catena di silenzi e omissioni.
Ad accusare padre Gianluca Depretto, 39 anni,



 fino a pochi mesi fa rettore della scuola cattolica di Cornigliano (oggi sospeso), è una lunga e dettagliatissima denuncia presentata al tribunale ecclesiastico da un ex compagno di seminario molestato all’inizio degli anni Novanta: già allora, si legge nel verbale, il sacerdote «portava in bagno i ragazzi più piccoli». Era il 1992, l’inizio di una carriera nell’ordine che fa dell’insegnamento ai giovani una missione.
Il muro del silenzio sui comportamenti di un sacerdote «stimatissimo dai superiori» e «adorato dai suoi studenti», viene scalfito per la prima volta da un esposto presentato qualche mese fa da padre Ugo Barani, 72 anni, massima autorità provinciale degli Scolopi. È lui, tramite un legale di fiducia, a denunciare il “buco” lasciato nel bilancio della scuola dall’uomo che ne era l’economo, che avrebbe utilizzato i soldi dell’istituto per fini personali.
Il racconto è molto preciso. Si parla di carte di credito, conti di grandi alberghi e acquisti da capogiro. Fatti su cui adesso indagano il pubblico ministero Stefano Puppo e il nucleo di polizia giudiziaria genovese. Gli investigatori vengono però tenuti all’oscuro di un’altra segnalazione, rimasta per dieci anni in un cassetto, e di cui oggi si sta interessando in gran segreto il tribunale ecclesiastico. Una denuncia alquanto più imbarazzante, perché adombra il sospetto di molestie sessuali su minorenni di una persona cui gli Scolopi negli anni hanno affidato l’educazione di centinaia di ragazzi. Panni sporchi che forse qualcuno preferiva risolvere in famiglia.




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