Infatti suo è lo spregevole il tentativo di insinuare ombre e perplessità (anche minacciose) nei confronti della magistratura aquilana – finora di grande valore - che ha avuto l’”ardire” di indagare su un presunto tentativo di truffa su 9 di 12 milioni di euro che avrebbero dovuto ricevere i comuni terremotati aquilani.
Indagine che ha portato dietro le sbarre il dirigente della presidenza del consiglio dei ministri, il 62enne romano Fabrizio Traversi e il 36enne medico aquilano Gianfranco Cavaliere, ed ha investito, quale indagato, anche il Vescovo ausiliario dell’Aquila, monsignor Giovanni D’Ercole.
Gli “aquilani cialtroni” – come li ha definiti nel corso dell’edificante (soprattutto per un timorato di Dio) show Chiambretti night – hanno di che vantare storia e cultura (laica o cattolica) per respingere, senza se e senza ma, l’”assalto al magistrato”, da qualunque parte dovesse giungere.
Fortuna vuole che i 12 milioni di euro sono ora nella disponibilità del ministro Barca, nominato “coordinatore” della ricostruzione dell’Aquila. E ciò dovrebbe indurla, onorevole Giovanardi, ad adeguarsi alla nuova fase istituzionale (e politica), facendo un passo indietro – definitivo, però! – perché gli “aquilani cialtroni” tornino alla cura dei loro interessi, ma soprattutto alla sutura delle profonde lesioni della loro “anima comunitaria”, dovute al loro essere costretti ad una “diaspora” senza futuro.
Si taccia, onorevole Giovanardi, perché già tanti danni gli aquilani hanno avuto ed hanno, per un recente passato che non accenna a passare. Mediti, se può, le parole di Léon Bloy.
( Abruzzo )
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