VARZI. Le hanno congelato la pensione di invalidità: l'ultimo assegno lo ha visto l'1 agosto 2010. Eppure Giulia Chesi, 61 anni, non può essere definita uno dei tanti falsi invalidi. E' disabile al 100% e può spostarsi solo su una sedia a rotelle: tanto che a darle la carrozzina è stata la stessa Asl. Le hanno dato anche un girello per spostarsi in casa, senza il quale non sta neppure in piedi. La donna abita a Varzi, al civico 17 della frazione Casa Boriani: un luogo particolarmente scomodo per chi può spostarsi solo sulla sedia a rotelle.
«Sono disperata - racconta la donna - Dall'estate scorsa vivo della carità altrui, anche per mangiare. Non ho i soldi per pagare l'affitto e le bollette, ho venduto tutto quello che potevo. E adesso mi è arrivata una raccomandata della A2A Tidonenergie, in cui mi comunicano che martedì 8 febbraio mi taglieranno il gas. Ma qui siamo a 600 metri di altezza, in inverno fa freddo: come posso sopravvivere senza gas? Vogliono farmi morire? Ho con loro un debito di 1162 euro, che potevo fare?
Tramite l'associazione nazionale invalidi ho chiesto una rateazione, ma non mi hanno neppure risposto». Giulia Chesi è disabile dal 2006; prima abitava a Montecalvo Versiggia. Soffre di una forma grave e irreversibile di artrosi. Nelle articolazioni delle gambe ha delle protesi, che però si sono infiammate: di fatto, non cammina più. Come è iniziata questa situazione? «Il 14 settembre scorso ho dovuto sostenere una delle visite periodiche per verificare che persistesse lo stato di invalidità. Nel mio caso è assurdo, perchè non posso guarire, ma non potevo evitare di andarci. In attesa che si concludesse l'iter burocratico mi hanno congelato la pensione e l'assegno di accompagnamento. La visita ha confermato che sono invalida al 100%, ma la pensione non è più ripartita. Chiamo tutti i giorni l'Inps e l'Asl, mi rispondono di stare tranquilla: quando sarà riattivata la pensione, mi daranno tutti gli arretrati. Ma io non posso più aspettare, non ho più i soldi per mangiare. Mi hanno detto che, per legge, la risposta dovrebbe arrivare entro 90 giorni: io ho visto l'ultima pensione sei mesi fa». A quanto ammontava il suo assegno? «Percepivo 1.070 euro, tra pensione e accompagnamento. L'Asl mi aveva riconosciuto il diritto a 15 ore al mese di assistenza domiciliare; poi mi hanno detto che non ci sono soldi e me le hanno tagliate a 8. Per fortuna che ho degli amici che mi portano qualcosa da mangiare a casa e che mi aiutano a mettere in ordine».
Uno di questi è Pier Mario Moro, di Montecalvo. «Mi occupo di volontariato - spiega Moro - e questo è il caso di una persona che ha davvero bisogno di aiuto, dato che si è trovata da sola contro le istituzioni. Non è però l'unico caso: in valle Staffora sono decine le persone, soprattutto anziani, nelle sue condizioni. O anche più gravi». Il problema è noto. Dopo l'allegra gestione delle pensioni di invalidità degli anni scorsi, l'Inps ha deciso di mettere ordine: ma non tutto fila liscio. Oggi nella commissione esaminatrice delle visite periodiche è prevista la presenza di un medico dell'Inps: che, però, non c'è quasi mai, per problemi di organico. L'Asl, nella sua visita, certifica quindi che il tale soggetto è invalido: ma l'Inps, non avendo la conferma del suo membro interno, non considera da subito valido il parere e lo «congela» in attesa di una seconda visita da fare all'Inps. Nel frattempo viene congelata anche la pensione. Però l'Inps è oberata di lavoro, il personale è poco, e le reti informatiche non comunicano tra loro: e così passano anche 9 mesi. Nel frattempo il pensionato è alla fame
i ns deputati e senatori che in questo momento sono "in pausa" e percepiscono fior di soldi, dovrebbero vergognarsi profondamente davanti ad episodi come questi e fare la fila ad intervenire per risolvere il problema in modo immediato, almeno sul piano economico, qualche giorno come sempre vedremo delle vittime sacrificate ed allora grideremo allo scandalo, ma sarà come sempre troppo tardi. il comune la provincia la chiesa dove sono, la giustizia e la solidarietà dove sono andate a finire, è una vergogna che ci tocca profondamente e ci addolora
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