Per giungere alle loro conclusioni, i ricercatori statunitensi hanno coinvolto 2.400 uomini e donne con un’età media di 62 anni, che sono stati seguiti per 11 anni.
Ai volontari, durante il periodo di follow-up, sono state fatte eseguire una serie di prove, tra cui la misurazione di una camminata, la forza della presa manuale e le funzioni cognitive. I test sono stati monitorati per mezzo di scansioni cerebrali per immagini o MRI.
Ciò che emerso dai test condotti è che le persone che mostravano di avere un’andatura più lenta quando di mezza età, avevano un rischio maggiore di 1,5 volte di sviluppare la demenza, rispetto a chi camminava più velocemente. I dati poi si facevano più significativi quando si trattava di forza nell’impugnare qualcosa: in questo caso, nelle persone con più di 65 anni, chi aveva una stretta manuale più forte mostrava un’associazione al rischio di ictus o attacco ischemico transitorio (AIT) più bassa di ben il 42 percento, rispetto a coloro che avevano una presa debole. Questa percentuale, tuttavia non si mostrava tale nelle persone al di sotto dei 65.
La minore velocità nella camminata, infine, è stata associata a un minore volume totale del cervello e anche a peggiori prestazioni cognitive come la memoria, i processi decisionali e il linguaggio.
Allo stesso tempo, una presa di mano più energica è stata collegata a migliori prestazioni nei test cognitivi e un maggiore volume globale del cervello.
Io cammino velocemente ....speriamo
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