venerdì 17 febbraio 2012

CASO UVA -LUNEDI 20 PRESIDIO DAVANTI IL TRIBUNALE -POLEMICHE

La vicenda della morte di Giuseppe Uva scatena un'altra polemica al cui centro ci sarebbe il modo di gestire le informazioni da parte di Varesenews


Riceviamo un comunicato del Collettivo Autonomo Varesino che prende posizione su alcuni articoli del nostro giornale sulla vicenda Giuseppe Uva. In calce la risposta del direttore Marco Giovannelli.
 
Rispondiamo pubblicamente agli articoli di VareseNews.it (11/02/12 e 13/02/12), in parte redatti sulla base del comunicato di Andrea Civati (P.D.). Questi articoli diffondevano informazioni false sulle nostre iniziative o proponevano una lettura delle nostre intenzioni totalmente fantasiosa, per non dire delirante.
Non era nostra intenzione entrare in una tale “polemica del niente” (perché di questo si tratta... di “un bel niente”).
 Pensiamo che ci possano essere opinioni differenti e siamo disposti anche ad un difficile confronto, ma non possiamo rimanere in silenzio di fronte ad un tale “attacco congiunto” alle iniziative che stiamo facendo insieme a Lucia Uva e agli altri familiari e amici di Giuseppe.
Vogliamo quindi rispondere ad alcune di queste accuse:
1) Prima uno dei nostri manifesti viene definito poco “limpido e onesto”, solo perché non riporta alcuna firma. Ci dispiace sconvolgere tale infallibile teorema, ma la firma su quel manifesto è mancante semplicemente per un errore. Wow! Che scoop! E la pericolosa società segreta senza firma? Boh...
2) Poi il giornalista Roberto Rotondo scrive che il manifesto della serata era “molto aggressivo” ma non spiega cosa ci sia di aggressivo nella frase “Sappiamo chi è Stato”... Ci pare nient'altro che una comune affermazione, che tuttalpiù rischia di sembrare alquanto rassegnata. Affermiamo la verità: pensiamo che Giuseppe Uva sia stato ucciso dallo Stato. Se qualcuno pensa invece il contrario dovrebbe ingegnarsi su come sostenere una tale teoria che (secondo noi) andrebbe contro ogni evidenza. Ma, caro Roberto, a noi i mattacchioni un po' folli piacciono davvero! Siamo dalla loro parte contro ogni discriminazione e sapremo ascoltare i sogni ad occhi aperti di chi ci racconterà di strani mondi dove gli asini volano e dove Giuseppe è morto di un tremendo attacco di Niente causato dal Sig. Nessuno.
3) Sempre dalla “inchiesta” di Roberto Rotondo apprendiamo che «Il presidio in piazza degli antagonisti viene considerato un modo per alzare la tensione che non gioverebbe al vero obiettivo della famiglia Uva.» Immaginiamo quanto, prima di scrivere l'articolo, sia stata consultata Lucia Uva visto che l'incontro pubblico dal titolo “Sappiamo chi è Stato” e la presenza fuori dal tribunale sono stati concordati insieme a lei sia nei contenuti (e nella grafica) che nelle modalità della nostra presenza in piazza. Ma il mestiere di giornalista non prevede la verifica delle informazioni prima di pubblicarle? Secondo noi dovrebbe; altrimenti sarebbe meglio dedicarsi agli articoli del genere “vota il miglior paninaro della città”.
4) Poi ci sarebbe un'ultima ridicola puntata. Andrea Civati (Partito Democratico) fa proprio una bella pensata: un bel comunicato (che finisce anche su VareseNews) in cui cerca a fatica di sostenere che noi abbiamo una “collaudata strategia” per “alzare i toni” e cercare uno “scontro fine a se stesso”... e come giustifica questa sua uscita? Distorcendo a suo piacimento il senso della richiesta avanzata il giorno prima in un comunicato da Lucia Uva! Ma il bello è che la richiesta di Lucia andava in senso completamente contrario:  “Tutti mi possono aiutare, stiamo uniti”.
E quindi noi lo ribadiamo:
TUTTI UNITI continuiamo la lotta al fianco di Lucia: mai più morti di Stato!
TUTTI UNITI al presidio fuori dal tribunale lunedì 20 febbraio h 9.30: Giuseppe Uva ucciso dallo Stato!
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Conoscere la verità richiede grande energia. La fatica è accettare che spesso questa non sia "sempre rivoluzionaria", ma possa presentarsi con tante facce diverse.
Il nostro compito è informarci e informare. Raccontare le cose con uno sguardo il più possibile aperto. La drammatica vicenda di Giuseppe Uva non fa eccezione a questa premessa. Chi ha scritto il comunicato è certo quale sia la verità. Lo scrive sui volantini e forse anche sui muri. L'affermazione che sia stato lo Stato è gravissima e pesante. L'ironia usata è davvero fuori posto e la denigrazione di chi la pensa diversamente è figlia solo di pratiche autoritarie.
La differenza che passa tra noi (la redazione e il direttore sono sempre a fianco del lavoro di Roberto) e chi non si firma è grande. Roberto Rotondo è un eccellente professionista che ci mette la propria faccia in quello che scrive e che fa. Fare battute sui presunti scoop legati all'assenza di una firma non toglie la gravità dei comportamenti di chi professa unità per poi esser pronto solo a giudicare. Non ci stupisce quindi che anche l'indirizzo email di chi invia il comunicato risponda a questa logica e protegga ogni anonimato.
L'unità richiede coraggio, ma soprattutto tanta umiltà che non si nutre delle certezze assolute. Andrea Civati e tanti altri soggetti hanno a cuore la vicenda della famiglia Uva, e si sono attivati perché si conosca come siano andate le cose che hanno portato alla morte di Giuseppe.
Noi non siamo alla ricerca delle nostre verità. Varesenews ha poche discriminanti nette, una di queste, insieme a una idea di società aperta, libera e solidale, è la legalità e ne andiamo orgogliosi.
Metteteci la faccia e, se ce ne sarà ragione, racconteremo anche le vostre posizioni.
Il direttore Marco Giovannelli




 

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