Per l'affondamento della Costa Concordia governata dal comandante Schettino, a torto o a ragione si sono spese e si spenderanno migliaia di parole. D'altre parte, il fatto è talmente eclatante e di tale intensità fisica ed emotiva che non può risolversi in qualche superflua analisi da filosofia di provincia. Per non parlare poi delle registrazioni tra De Falco ( guardia costiera) e il comandante Schettino (Guarda Scoglio) che in qualche ora hanno fatto il giro del mondo, mostrando a tutti, in un solo minuto, le profonde contraddizioni che da sempre attraversano il carattere italico.
Ciò che però ha attratto in modo maggiore la mia attenzione è il grande fermento di anime ed intenzioni che si è raccolto in difesa dell'ormai famoso comandante Schettino. Esiste, infatti, una corposa minoranza di persone che difende il suo operato, sostenendo le varie argomentazioni con frasi del tipo:
- Sbagliare è umano
- A tutti può capitare di sbagliare
- A tutti può capitare di avere una crisi di panico
- Non mi sento di condannare in toto il comandante
- Non mi piace il processo dei media che di fatto l'hanno già condannato
- Non è solo lui il responsabile, anche Costa Crociere e tutta la catena di comando sono responsabili.
Marco Travaglio, nel suo giornaliero editoriale sul Fatto Quotidiano di due giorni fa, analizza la situazione con lucidità, puntando il dito sul comandante ma anche su chi (ufficiali in seconda..) non sono intervenuti una volta preso coscienza che il loro comandante non stava facendo la cosa giusta.
Tutto vero. A bordo di una nave esiste una catena di comando messa apposta per evitare cose del genere. D'altra parte, se un comandante di una nave per qualsiasi motivo non potesse più svolgere in modo compiuto le sue funzioni, prontamente, ci dove essere per forza qualcuno che lo sostituisca.
Tuttavia, non me la sento di sostenere in toto questa tesi. Facendolo,
infatti non si fa altro che continuare a supportare quella concezione giustificazionista e delegazionista che in Italia ha tratto le sue maggiori fortune.
La prima, si riferisce a coloro i quali analizzano l'errore del Comandante Schettino affermando che è umano sbagliare alla stregua di "scagli la prima pietra chi è senza peccato".
I delegazionisti, si chiedono dove fossero in quel momento gli ufficiali di Schettino ( forse sugli scogli con lui) e perchè non siano intervenuti alla luce del comportamento del loro comandante.
Io credo che sia vero il fatto che tutti possono sbagliare ed è altrettanto corretto domandarsi dove fossero colori i quali avrebbero dovuto subentrare a Schettino.
Ma sono anche fermamente convinto che esistono dei momenti nella vita in cui non è concesso sbagliare e non si può e non si deve contare sul supporto di nessuno. Esistono dei momenti in cui si ha l'obbligo di intervenire e non ci si deve permettere di avere paura o panico. Esistono dei momenti in cui il lavoro o le situazioni che hai scelto per la tua vita, chiamano alla resa dei conti e ti devi per forza far trovare pronto.
Esistono dei momenti che 4.000 persone sono in pericolo è tu sei l'unico che le può salvarle e sai come farlo o dovresti saperlo. Esistono dei momenti in cui non puoi abbandonare la tua nave, qualunque nome abbia, perchè dalle tue scelte dipende la vita di uomini, donne e bambini.
Altrimenti vale tutto. Altrimenti non esiste più certezza. Altrimenti anche il comandante Schettino diventa un grande eroe.
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