L’interrogatorio ha cercato di chiarire se il sindaco fosse il «grande protettore» della donna, come l’ha definito Spatola. Secondo il funzionario sì, era proprio così. Fu Silvio Pieretti a pretendere che abbandonasse l’appartamento occupato indebitamente ma la donna reagì minacciosa: “Lei non so chi sono io, non sa che cosa le potrà succedere”. Pieretti fu inflessibile, addirittura disse alla ragazza che voleva vedere le sue valigie fatte per essere sicuro che se ne andasse, e un giorno si vide l’autista del sindaco Fumagalli arrivare in ufficio con i bagagli della “fotomodella”.
Per i due funzionari che non aiutarono l’allora sindaco a coprire la presenza dell’amica iniziarono così le ritorsioni. A Pieretti fu chiesto di rinunciare all'incarico a Varese (era un dipendente regionale) ma questi era il fiore all’occhiello dei funzionari di Palazzo Estense, e tutto il mondo del volontariato si ribellò all’idea. Spatola ottenne valutazioni negative che lo penalizzarono economicamente. Oggi ha ancora un contenzioso civile aperto che non è stato ancora chiuso. Il motivo va assolutamente segnalato. Il dirigente ha detto in aula che Palazzo Estense gli deve 13mila euro ma per il momento ha congelato la causa perché sa che quei soldi verrebbero tolti ai servizi sociali, e non vuole penalizzare gli utenti più deboli. E dire che un giorno Fumagalli lo fece convocare e gli disse in faccia che non era un buon funzionario.
( Da Varesenews)
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