Da allora la madre Felicia ed il fratello Giovanni si sono battuti per ottenere una giustizia che è tardata ad arrivare ed ha comunque lasciato ampie zone d'ombra circa la reale dinamica dell' omicidio. Solo nel 2001 la Corte D'Assise ha riconosciuto Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a trent'anni di reclusione, mentre nel 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all'ergastolo.
Ora dopo più di 30 anni, spunta una nuova testimone che i carabinieri dell' epoca ritennero irreperibile, ma che forse nessuno cercò realmente. Il suo nome è Provvidenza Vitale, 88 anni, che avrebbe potuto essere la testimone chiave dell'omicidio di Peppino Impastato. La donna infatti era di turno al passaggio a livello dove si consumò il tremendo delitto.
Pare che negli ultimi 30 anni i carabinieri di Cinisi non siano mai riuscita a trovarla e nei verbali dell' epoca compariva la possibilità di una sua migrazione in America. In realtà, a parte una breve parentesi, la signora Provvidenza Vitale non si è mai spostata da Cinisi ed è stata trovata pochi giorni fa dagli agenti della Dia di Palermo guidati da Giuseppe D'agata.
Gli interrogativi quindi restano.
1) Perché all'epoca non fu mai cercata la signora Provvidenza Vitale?
2) Cosa aveva scoperto in realtà Peppino Impastato?
Si dice infatti, come sostiene il fratello Giovanni, che Peppino stesse raccogliendo del materiale sulla strage della casermetta di Alcamo Marina, caso ancora non risolto:
“Ricordo che mio fratello poco prima di morire si stava interessando attivamente alla strage della casermetta di Alcamo Marina, che nel 1976 costò la vita a due giovani carabinieri. In seguito a quel fatto, gli uomini dell’Arma vennero a perquisire casa nostra dato che mio fratello era considerato un estremista. Da lì Peppino iniziò a raccogliere informazioni sulla questione, notizie che accumulava in una specie di dossier: una cartelletta che fu sequestrata e mai più restituita”.Intanto in memoria di Peppino, Giovanni Impastato porta avanti la sua battaglia contro le Mafie anche attraverso l'associazione Libera, sostenuta dallo scrittore Andrea Camilleri.
UnBagaglioDiNotizie.com invita tutti i lettori a visitare il sito di Libera che mette in vendita prodotti alimentari e non solo, provenienti dalle terre confiscate alle Mafie. Da terreni di morte, può nascere la vita.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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