mercoledì 14 dicembre 2011

MORTI SUL LAVORO :IL TITOLARE DI UMBRIA OLII CONDANNATO !

L'imprenditore Del Papa condannato a 7 anni in primo grado. Dopo cinque lunghi anni si chiude almeno il primo capitolo di una delle vicende più grottesche e controverse della storia recente degli incidenti sul lavoro in Italia                                                                                                                                                                                         SPOLETO - Dunque, la colpa non era degli operai morti. Non sono stati loro, con la loro imperizia a far saltare in aria quel silos. E non è stato nemmeno Klaudio Demiri, l'unico sopravvissuto, ad innescare la terribile esplosione con una manovra sbagliata della gru che stava pilotando. Il colpevole è l'imprenditore, Giorgio Del Papa, titolare della Umbria Olii di Campello sul Clitunno, che evidentemente non ha fatto quanto avrebbe dovuto per evitare la tragedia che si è poi consumata. 

Saranno le motivazioni della sentenza a chiarire i dettagli, ma intanto il giudice Alberto Avenoso, del tribunale di Spoleto, ha deciso oggi di condannare l'imprenditore umbro a 7 anni e 6 mesi di reclusione per l'omicidio colposo di Maurizio Manili, Tullio Mottini, Giuseppe Coletti e Wladimir Todhe,



 i 4 lavoratori di una ditta esterna che il 25 novembre del 2006 persero la vita nella sua azienda in una terribile esplosione.

Oltre al carcere ci sono poi i risarcimenti (in molti casi in via provvisionale) che ammontano complessivamente ad oltre 2,5 milioni di euro. Soldi che andranno sia ai parenti delle vittime che allo Stato (ministero dell'Ambiente e Inail) e alle istituzioni locali (Regione Umbria, Comune di Campello sul Clitunno).

Dopo cinque lunghi anni si chiude così almeno un primo capitolo di una delle vicende più grottesche e controverse della storia recente degli incidenti sul lavoro in Italia. Si ricorderà infatti la clamorosa richiesta di risarcimento che proprio Del Papa aveva avanzato ai familiari delle vittime, colpevoli, a suo dire, di aver danneggiato la sua azienda nell'ultimo atto della loro vita.

“Oggi finalmente ci siamo liberati di un grande peso – ha dettoAnila Todhe, moglie di Wladimir, dopo la lettura della sentenza - anche se sappiamo che la storia non finisce qua, perché ci sarà l'appello e poi la Cassazione. Ma quantomeno un primo grande passo è stato fatto e dormire la notte sarà un po' più facile”. 

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