Paola Severino, ministro della Giustizia, si dice favorevole all'amnistia come misura per arginare il problema del sovraffollamento delle carceri. Il consiglio dei ministri, infatti, ha da poco approvato i provvedimenti per l'emergenza carceraria, insieme ad alcune misure messe a punto per ridurre i tempi della giustizia.
Ed è proprio la stessa Severino a rimarcare la concreta eventualità dell'utilizzo di un'amnistia, ribadendo che il sistema carcerario è prossimo al collasso e che sarà il Parlamento a dover decidere:
"Io non ho mai escluso che l'amnistia e l'indulto siano dei mezzi che contribuiscono ad alleviare l'emergenza carceri, ma ho sempre detto che non sono dei provvedimenti di matrice governativa: se questa indicazione verrà dal Parlamento io non la contrasterò"Si stimano che tra i primi effetti del "pacchetto" ci sarebbe l'immediata uscita dalle carceri di 3.300 detenuti. per effetto del decreto che alzerà la pena residua fino a 18 mesi che si può scontare ai domiciliari. Previsti anche lo stanziamento di 57 milioni di euro per l'edilizia carceraria.
Tra i vari punti che saranno posti al vaglio del Parlamento ci sono anche misure che riguardano i domiciliari. Per i reati con una pena massima di 4 anni sarà possibile a discrezione del giudice applicare la condanna alla " reclusione detentiva ai domiciliari", senza l'utilizzo di dispositivi elettronici, quali "Braccialetto elettronico" che fino ad ora si sono rivelati onerosi ed inefficaci.
"Si passa dal sistema cautelare preventivo al sistema penale vero e proprio, prevedendo accanto alla sanzione della reclusione la reclusione domiciliare, con la prescrizione di particolari modalita' di controllo: non dei mezzi elettronici, che non ritengo opportuno attivare perchè devono ancora essere sperimentati e dimostrare di avere costi inferiori alla detenzione carceraria"Fonte: La Repubblica
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