Le storiche
dimissioni del Governo Berlusconi costituiscono una nuova Liberazione
dell'Italia da un esecutivo e dal suo primo ministro che hanno ridotto l'Italia
in una condizione disastrosa che non può essere spiegata e giustificata
soltanto con fattori esterni al Paese e alla sua politica.
Le
dimissioni sono un fatto assolutamente positivo
largamente riconosciuto
all'estero e fortemente voluto da una forte maggioranza nel Paese, come primo
passo indispensabile per avviare un lungo e faticoso percorso di ricostruzione
del Paese stesso a partire dalle fondamenta: comicia ora un periodo non breve e
non meno difficile di superamento del berlusconismo e dell'ancellare, nei fatti
se non nelle parole, leghismo. Un Governo di netta discontinuità è assolutamente
necessario e, forse, anche possibile. Se questa discontinuità, e netta, non
fosse possibile, il ricorso alle urne sarebbe non solo ineludibile, ma anche
auspicabile; propedeutico a ristabilire regole democratiche certe nel nome
della Costituzione, equità e giustizia sociale, riscatto economico delle classi
meno abbienti, provvedimenti a favore del lavoro e dei lavoratori, interventi
concreti per il futuro soprattutto dei giovani. Quello che serve, oggi e per il
domani, è l'affermazione sui mercati, sul mondo della finanza e sugli
speculatori, di quello che dev'essere, in Italia e in Europa, il primato della
Politica a cui vogliamo continuare a credere.
11 novembre
2011
Giuseppe Musolino
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