Lunedì 21 novembre sono stato al parlamento europeo di Brusselles ,per parlare di morti sul lavoro in
Italia – La cosa non è nata per caso . Da
decenni mi occupo di tutela della salute nei luoghi di lavoro sia per
sensibilità politica , sia per attività lavorativa essendo medico
,specializzato in medicina del lavoro ed avendo lavorato in tale settore come
dirigente a tempo pieno nell’ASL di Varese .
Faccio parte di un gruppo che cerca di fare qualcosa in
merito la sicurezza sul lavoro ovunque sia possibile .
A tal fine organizzo ,con altri,convegni,
conferenze,presentazione di libri, con la finalità di aumentare l’attenzione
sulle cosiddette “ morti bianche “.
Nel 2008 il governo Prodi licenziò il TESTO UNICO sulle
leggi sulla sicurezza sul lavoro .
Nel 2009 il governo Berlusconi-Bossi emanò il dl.gs 106 che modificava tale legge in senso peggiorativo
per i lavoratori .
Alcuni componenti del mio gruppo, in particolar modo un
operaio RLS ed un tecnico , nel settembre 2009 inviarono in prima persona
al parlamento europeo una documentata petizione affinchè si esprimesse circa il fatto che la legge 106 /2009 violava in alcuni punti la
direttiva europea 89/391/CEE sulla sicurezza sul lavoro , nonché la
Costituzione ed i Codici italiani.
Ai primi di ottobre di quest’anno
la Commissione Europea Occupazione e Affari Sociali, comunicava che il 29 Settembre 2011 era stato approvato il progetto di costituzione in
mora dello Stato Italiano , e che il 30 Settembre la lettera di messa in mora è
stata inviata alla Repubblica Italiana.
I punti della lettera di messa in mora erano i seguenti:
1)Deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega e subdelega
2)Violazione dell'obbligo di disporre di una valutazione dei rischi per la sicurezza e salute durante il lavoro per i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori
3)Proroga dei termini impartiti per la redazione del documento di valutazione dei rischi per le nuove imprese o per modifiche sostanziali apportate ad imprese esistenti
4)Posticipazione dell'obbligo di valutazione del rischio di stress legato al lavoro
5)Posticipazione dell'applicazione della legislazione in materia di protezione della salute e sicurezza sul lavoro per le persone appartenenti a delle cooperative sociali e a delle organizzazioni di volontariato della protezione civile
5)Proroga del termine per completare l'adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi per le strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre 25 posti letto esistenti in data del 9 Aprile 1994.
I punti della lettera di messa in mora erano i seguenti:
1)Deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega e subdelega
2)Violazione dell'obbligo di disporre di una valutazione dei rischi per la sicurezza e salute durante il lavoro per i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori
3)Proroga dei termini impartiti per la redazione del documento di valutazione dei rischi per le nuove imprese o per modifiche sostanziali apportate ad imprese esistenti
4)Posticipazione dell'obbligo di valutazione del rischio di stress legato al lavoro
5)Posticipazione dell'applicazione della legislazione in materia di protezione della salute e sicurezza sul lavoro per le persone appartenenti a delle cooperative sociali e a delle organizzazioni di volontariato della protezione civile
5)Proroga del termine per completare l'adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi per le strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre 25 posti letto esistenti in data del 9 Aprile 1994.
Altri tre punti non sono stati
accettati in quanto di stretta pertinenza legislativa italiana ( secondo loro )
Veniva indicato in 60 giorni il tempo massimo per la risposta del
governo italiano .
Prima della messa in mora dello stato italiano,la commissione europea ha
voluto sentire le spiegazioni del ministero competente ,che evidentemente, non
sono state convincenti.
Dopo la messa in mora
un rappresentante di un ministro della Repubblica Italiana
(Maurizio Sacconi) anziché prendere atto di un provvedimento ha dichiarato che l’Unione europea ha “commesso un errore a mettere in mora l'Italia
e probabilmente non sarà facile spiegarlo all'Ue”. Come
sempre sbagliano gli altri, in puro stile ex governo Berlusconi.
Fatto sta l’Italia viene messa con le spalle al muro su di una questione come la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro ma l’ex Governo si difende dicendo che è stato commesso un errore.
Fatto sta l’Italia viene messa con le spalle al muro su di una questione come la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro ma l’ex Governo si difende dicendo che è stato commesso un errore.
Nel frattempo venivano
inviate al parlamento europeo altre
documentazioni riguardanti i punti non precedentemente considerati .
A seguito di ciò la commissione petizioni invitava a
relazionare personalmente innanzi ai suoi componenti, onde valutare correttamente
la pertinenza delle nuove integrazioni.
Si è concordato che andassi io a Brusselles .
Davanti alla commissione ho illustrato le motivazioni per cui
bisognava accettare gli aggiornamenti riguardanti :
-
Riduzione generalizzata delle sanzioni contro i
datori di lavoro e i dirigenti in materia di valutazione dei rischi;
-
Modifica dell’obbligo di consegna da parte dei
datori di lavoro del Documento di valutazione dei rischi ai rappresentanti dei
lavoratori .
-
Possibilità di visite preassuntive nella
sorveglianza sanitaria .
E’ stata l’occasione
per parlare dello stato dell’arte circa la prevenzione degli infortuni in
Italia e di quanto i numeri delle statistiche Inail sugli infortuni sul lavoro
siano ampiamente sottostimate
Dopo la mia
relazione sono intervenuti alcuni deputati,i non italiani ,che convenivano su
quanto da me espresso .
Hanno
auspicato che la commissione Salute , sicurezza ,Igiene sul lavoro ,analizzasse
in tempi brevi quanto ricevuto,nonché che il parlamento europeo avviasse un’indagine
presso gli stati membri sull’attuazione
delle leggi sulla sicurezza sul lavoro .
Il mancato
intervento di deputati italiani la dice lunga di quanto ,nei fatti , stia a cuore a taluni partiti l’incolumità dei
lavoratori .
Poteva essere
l’occasione di un contraddittorio,specialmente con i partiti dell’ex
maggioranza ….ma così non è stato .
L’assurdo è
che di un argomento grave che riguarda l’Italia parlino deputati tedeschi,
spagnoli… e non quelli italiani .
Ma non c’è da
meravigliarsi anche alla luce del fatto che nessun partito,nessun sindacato
aveva appoggiato il ricorso al parlamento europeo .
Comunque ne è
valsa la pena .
Siamo in
attesa delle risposte del ministero italiano competente .
Speriamo che
il parlamento europeo accetti anche le nuove integrazioni e che avvii un’indagine
conoscitiva in tutta la UE
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