Lo studio che verrà presentato il 26 ottobre a Milano, ha coinvolto 2500 diretto direttori generali e del personale di altrettante aziende, che sono stati interpellati tramite l'invio di questionari ad hoc
Il dato che emerge subito è la risposta: sono stati riconsegnati solo 119 questionari su 2500 (5%), segno di un evidente disinteresse verso il tema.
Comunque dal materiale pervenuto è stato possibile trarre delle interessanti conclusioni.
Per esempio il malato che torna sul posto di lavoro ha paura del giudizio di chi gli sta attorno, ma questo varia a seconda del ruolo che ricoprono gli interlocutori.
Con il capo c'è il timore di essere percepito come un peso per l'azienda e quindi di non essere rispettato; con i colleghi la paura è quella di essere considerati come diversi con rischio emarginazione; con i collaboratori il rischio è quello di far nascere in loro atteggiamenti accondiscendenti o di pietà.
Diversi sono i timori che l'azienda nutre verso chi torna al lavoro dopo essere stato a casa malato per lungo tempo.
Infatti se per il 42% delle aziende il dipendente malato è comunque una risorsa, esiste un 14% delle aziende che lo vede come un problema.
Per il malato invece c'è solo voglia di tornare alla normalità lavorativa, con le stesse mansioni, e di essere trattato come prima della malattia.
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