Il 19 luglio 2008 eravamo a Campello sul Clitunno per una manifestazione a ricordo delle vittime .
La condanna a 12 anni di reclusione per l'ex amministratore delegato della Umbria Olii Giorgio del Papa è stata chiesta oggi dalla procura di Spoleto al termine della requisitoria nel processo all'imprenditore per l'incidente nel quale morirono quattro operai di una ditta esterna impegnati in alcuni lavori di manutenzione nello stabilimento di Campello sul Clitunno. Del Papa è accusato di omicidio colposo plurimo
e altri reati, fra cui il procurato incendio. - Del Papa, che ha sempre rivendicato la correttezza del proprio comportamento, era amministratore delegato all'epoca dell'incidente, avvenuto il 25 novembre del 2006, mentre ora non ha più alcun ruolo nell'azienda.
La richiesta di condanna è stata avanzata dal procuratore capo Gianfranco Riggio al termine della requisitoria del pm Federica Albano davanti al giudice unico di Spoleto. I magistrati hanno chiesto per Del Papa anche un'ammenda di 600 euro per il mancato rispetto delle norme antinfortunistiche e il riversamento di rifiuti nell'ambiente circostante lo stabilimento, che raffinava soprattutto olio di sansa.
L'incidente si verificò sul piazzale dello stabilimento di Campello sul Clitunno. Durante i lavori per sistemare una passerella metallica alla sommità di uno dei silo ci fu un'esplosione, seguita da un violento incendio, che provocò la morte di tre operai e del titolare di una ditta di carpenteria di Narni: il titolare Maurizio Manili, di 43 anni, e gli operai Giuseppe Coletti, 43, Tullio Mottini, 46, e Vladimir Todhe, 44, quest'ultimo albanese. Unico sopravvissuto l'operaio impegnato alla gru. Per il procuratore della Repubblica di Spoleto, Del Papa non merita alcuna attenuante, anche perchè ha precedenti specifici. In precedenza il pm Albano per circa tre ore aveva negato la validità delle tesi difensive, contestandole una ad una. Tuttavia, al di là di prove e valutazioni tecniche, sono emerse nell'intervento del procuratore anche considerazioni sulla condotta dell'imputato e dei suoi difensori. «È inammissibile anche sotto il profilo umano - ha detto Riggio - che si possa chiedere un risarcimento milionario alle famiglie delle vittime. Mi auguro che un simile esempio non venga seguito da nessun altro in episodi simili a questo: sarebbe come se un automobilista, dopo aver investito e ucciso un passante, chiedesse subito alla famiglia delle vittima i danni per riparare l'auto». L'azienda aveva infatti chiesto ai familiari delle vittime e all'unico sopravvissuto un risarcimento di 35 milioni di euro, sostenendo che ci fosse stato un errore nell'uso della fiamma ossidrica utilizzata per i lavori. Istanza però respinta dalla magistratura spoletina. Dopo le richieste della procura è stata la volta dei legali che rappresentano i parenti delle vittime come parti civili. Gli avvocati oltre a ribadire l'esigenza di una «condanna esemplare» hanno chiesto un risarcimenti che complessivamente si aggira sui cinque milioni di euro. Venerdì la parola passerà alla difesa di Del Papa. La sentenza dovrebbe arrivare solo fra due-tre mesi.
La richiesta di condanna è stata avanzata dal procuratore capo Gianfranco Riggio al termine della requisitoria del pm Federica Albano davanti al giudice unico di Spoleto. I magistrati hanno chiesto per Del Papa anche un'ammenda di 600 euro per il mancato rispetto delle norme antinfortunistiche e il riversamento di rifiuti nell'ambiente circostante lo stabilimento, che raffinava soprattutto olio di sansa.
L'incidente si verificò sul piazzale dello stabilimento di Campello sul Clitunno. Durante i lavori per sistemare una passerella metallica alla sommità di uno dei silo ci fu un'esplosione, seguita da un violento incendio, che provocò la morte di tre operai e del titolare di una ditta di carpenteria di Narni: il titolare Maurizio Manili, di 43 anni, e gli operai Giuseppe Coletti, 43, Tullio Mottini, 46, e Vladimir Todhe, 44, quest'ultimo albanese. Unico sopravvissuto l'operaio impegnato alla gru. Per il procuratore della Repubblica di Spoleto, Del Papa non merita alcuna attenuante, anche perchè ha precedenti specifici. In precedenza il pm Albano per circa tre ore aveva negato la validità delle tesi difensive, contestandole una ad una. Tuttavia, al di là di prove e valutazioni tecniche, sono emerse nell'intervento del procuratore anche considerazioni sulla condotta dell'imputato e dei suoi difensori. «È inammissibile anche sotto il profilo umano - ha detto Riggio - che si possa chiedere un risarcimento milionario alle famiglie delle vittime. Mi auguro che un simile esempio non venga seguito da nessun altro in episodi simili a questo: sarebbe come se un automobilista, dopo aver investito e ucciso un passante, chiedesse subito alla famiglia delle vittima i danni per riparare l'auto». L'azienda aveva infatti chiesto ai familiari delle vittime e all'unico sopravvissuto un risarcimento di 35 milioni di euro, sostenendo che ci fosse stato un errore nell'uso della fiamma ossidrica utilizzata per i lavori. Istanza però respinta dalla magistratura spoletina. Dopo le richieste della procura è stata la volta dei legali che rappresentano i parenti delle vittime come parti civili. Gli avvocati oltre a ribadire l'esigenza di una «condanna esemplare» hanno chiesto un risarcimenti che complessivamente si aggira sui cinque milioni di euro. Venerdì la parola passerà alla difesa di Del Papa. La sentenza dovrebbe arrivare solo fra due-tre mesi.
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