lunedì 19 settembre 2011

SICUREZZA SUL LAVORO : EDITORIALE di ANDREA BAGAGLIO


                                                                                                                                       "LA FAMOSA CULTURA DELLA SICUREZZA "                     
 andrea bagaglio,sicurezza sul lavoro Ciclicamente ,ad ogni grande tragedia sul lavoro ,ovvero quando perdono la vita più di due persone nello stesso luogo ,si sente ripetere dai grandi esperti del nulla che “ occorre che ci sia la cultura della sicurezza “.
 Del fatto che debba esistere  tale cultura  siamo convinti anche noi , anzi le prime volte che sentivamo queste parole sulla bocca di un sindacalista o di un politico ,non lesinavamo espressioni di approvazione entusiasta .


Purtroppo abbiamo dovuto ricrederci alla luce del fatto che le medesime persone ripetevano  ( e ripetono ) le stesse frasi ad ogni lutto ,neanche fossero incise su di un disco rotto . E tra una morte e l’altra non fanno nulla per attuare ciò che vanno stancamente ripetendo   Ed allora pensiamo che sia ora di modificare l’atteggiamento ,l’approccio al problema  . Visto il fallimento fin qui manifestato  dobbiamo fare uno sforzo ,  dobbiamo  porci  l'obiettivo di fornire nuovi strumenti di interpretazione del fenomeno infortunistico in particolare attraverso l'approccio culturale e comportamentale alla sicurezza sul lavoro .
La "Cultura della Sicurezza" viene spesso menzionata per lamentarne la carenza o l'assenza.   Occorre innanzitutto fare chiarezza, uscire dalle generiche enunciazioni , e riconoscere le differenze tra gli adempimenti spettanti ai Datori di Lavoro, Dirigenti e Preposti ed ai lavoratori  . Ognuno con i propri doveri e le proprie responsabilità , ben definiti e marcati  . Senza fare sconti ad alcuno  perché la   negligenza verso la sicurezza non riconosce barriere fisiche o funzionali.

Oggigiorno è ampiamente diffusa e riconosciuta da tutti gli attori della sicurezza, la percezione che "la sfida più ardua  sia sempre di più quella di formare le persone non a "mettersi il casco in testa", bensì quella di far "mettere la testa sotto il casco" anche in senso metaforico . E questo vale per tutti , da chi deve acquistare il casco , a chi deve controllarne l’utilizzo , a chi infine lo deve praticamente utilizzare . Una catena, un concetto che può salvare una vita umana.

Per "lavorare sicuri", bisogna per prima cosa, cominciare ad abituarsi a "pensare sicuri". In molte situazioni parlare di cultura della sicurezza suona come una scommessa o addirittura "un lusso che non ci possiamo permettere"..
Come “ non ci possiamo permettere  la legge 626 “ .Ma questo lasciamolo dire agli stolti ed agli ignoranti .
Noi vogliamo l’applicazione della legge 626  ( o meglio   della legge 81/08  nella sua versione originale   ) ,noi vogliamo che si parli di sicurezza ovunque , nelle scuole ,sul lavoro, nei convegni, in parlamento, nei consigli comunali,provinciali , regionali . E che  il tema della sicurezza sia presente sempre  , senza soluzione di continuità , fino a quando non ci sarà più alcuna famiglia che dovrà piangere un congiunto morto sul lavoro .

Andrea Bagaglio- Medico del Lavoro  

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