lunedì 19 settembre 2011

INPS E ” FALSI INVALIDI “ : ANCHE A VARESE RITARDI SULLA PELLE DEI PIU’ BISOGNOSI E INDIFESI.

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Ancora una volta l’INPS balza alle cronache dei media nazionali e provinciali per le disfunzioni che caratterizzano il suo operato .
Poco tempo fa il  presidente nazionale   Mastropasqua ha annunciato che nel 2010 è stato il revocato 23%  delle indennità di invalidità controllate . Sarebbe un’enormità se il dato fosse nudo e crudo .
In realtà si tratta del 23% di un campione ed inoltre  in tali numeri rientrano coloro  cui  è stata ridotta di l’invalidità di pochissimo in virtù di qualche lievissimo miglioramento o di differente valutazione della patologia esistente .


 A mio avviso ciò è possibile per il fatto che per moltissime patologie le tabelle ministeriali prevedono ,ad esempio, l’assegnazione della percentuale di invalidità dal 40 al 60% , per cui una commissione può lecitamente assegnare il 55%  è l’altra il 50 % .
Oppure la percentuale viene valutata   in modo diverso quando la medesima persona è affetta da più patologie che devono essere valutate con un calcolo particolare .
Non neghiamo che il fenomeno dei falsi invalidi   esista, ma deve essere ridotto alle giuste dimensioni ,chiamando in causa soprattutto i professionisti medici che, evidentemente  ,per motivi diversi , non sempre eseguono una valutazione corretta : specialmente  laddove la percentuale di invalidità non ha alcuna giustificazione .
Mentre l’INPS risottopone ad accertamenti anche persone da anni in coma conclamato,creando enorme disagi alla famiglia già provata da tali ,insostenibili ,situazioni, altre    migliaia e migliaia di cittadini   ( 2000 solo a Varese ) attendono di essere sottoposta alla prima visita collegiale secondo la normativa vigente .
Non sarebbe meglio che ,  stante l’attuale situazione ,tutte le risorse siano indirizzate a recuperare il pesante arretrato ?
Unitamente all’eventuale riconoscimento di invalidità, al di sopra di una certa percentuale e per certe patologie, i parenti dell’invalido hanno diritto ad un certificato,garantito dalla legge 104, che consente a lavoratori dipendenti  di  usufruire fino atre giorni al mese per assistere parenti invalidi
Senza il certificato l’azienda non può concedere tale agevolazione .
La lentezza dell’INPS danneggia sia la persona invalida ,sia i parenti che l’assistono .
Con buona pace del governo e del presidente Mastropasqua .

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